ENI nelle Scuole: far “insegnare il futuro” a chi il futuro l’ha distrutto
L’Associazione Nazionale Presidi affida ad ENI un programma educativo su sostenibilità e cambiamento climatico. Il MIUR è d’accordo.
E’ di recente diffusione la notizia che l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) in collaborazione con l’ente formativo Dirscuola ha affidato lo svolgimento di un programma di incontri sui temi della sostenibilità ambientale per la formazione dei docenti delle scuole italiane al colosso degli idrocarburi ENI. In particolare, i seminari riguarderanno il cambiamento climatico, l’efficienza energetica, i rifiuti e le bonifiche ambientali.
Occorre ricordare, fin dal principio di questo articolo, che poche settimane fa ENI è stata sanzionata dall’Antitrust per 5 milioni di euro per la diffusione di messaggi pubblicitari disonesti e per una “pratica commerciale ingannevole”. Il “green diesel” descritto da Eni come bio, rinnovabile e in grado di ridurre le emissioni di gas serra, non era verde ma continuava ad essere nero. In pratica, l’azienda ha attribuito al suo carburante Eni Diesel+ “vanti ambientali che non sono risultati fondati”.
Italian Climate Network, associazione che da anni è impegnata in percorsi di educazione con i ragazzi grazie al Progetto Scuola e, più recentemente, anche con un programma offerto gratuitamente per i docenti #EmergenzaClima, si unisce alla preoccupazione di Greenpeace, Legambiente e Kyoto Club: la formazione docenti sui cambiamenti climatici nell’ambito dell’educazione civica, della cittadinanza attiva e della sostenibilità ambientale, è un passo fondamentale per rivoluzionare il settore scolastico, ma dovrebbe essere condotto da soggetti competenti, rappresentanti di interessi collettivi, a seguito di un processo trasparente, e non da una multinazionale privata con profitti nel settore fossile, che ha già dimostrato una pessima condotta.
“Solo attraverso l’insegnamento possiamo guardare con speranza il domani. E il lavoro dei docenti è un lavoro invisibile, capace di rimanere attivo per anni, prendendo per mano i più giovani durante la loro crescita” dichiara la presidente Serena Giacomin. “Non possiamo permettere che ad “insegnare il futuro” ci sia chi ha contribuito a distruggere il passato, il presente e il futuro stesso”.
Condividiamo infine, l’appello di Teachers for Future:
“Quando, come Teachers for Future Italia, abbiamo appreso dal Ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti che, dal prossimo anno scolastico, l’Italia sarebbe diventato il primo Paese al mondo a rendere obbligatorio, per gli studenti, lo studio del cambiamento climatico, abbiamo accolto positivamente la notizia ma abbiamo anche detto chiaramente che sarebbe stato necessario rivoluzionare totalmente il ruolo che ha la scuola nella nostra società, nel senso che essa non poteva più permettersi di riprodurre il modello di sviluppo dominante. Oggi apprendiamo, con vivo sconcerto, da un comunicato presente sul sito dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP), che il Presidente Antonello Giannelli, e lo chief services & stakeholder relations officer ENI, Claudio Granata, hanno presentato ieri presso la sede ENI di Roma, il programma congiunto di incontri sui temi della sostenibilità ambientale dedicato alle scuole italiane.
In breve, ENI e ANP organizzeranno in tutta Italia dei seminari sulle tematiche ambientali, per affiancare le scuole e formare i docenti supportandone la capacità progettuale. Insomma anziché rilanciare la scuola, come modello di organizzazione che si basa sull’applicazione di un nuovo paradigma ecologico, ci sono Dirigenti Scolastici che consentono ad ENI addirittura di formare i docenti sulle tematiche ambientali.
Come Teachers For Future Italia non possiamo che prendere le distanze da questa iniziativa che coinvolge una delle grandi aziende mondiali che causano cambiamento climatico e contaminazione del pianeta attraverso l’estrazione senza limiti dei combustibili fossili, che è già stata riconosciuta responsabile di immani disastri ambientali, corruzione, sfruttamento dei Paesi poveri e che tenta di dipingere di verde la sua sua anima nera attraverso costante e pressante attività di greenwashing; non possiamo che invitare i docenti a boicottare l’iniziativa, perché ENI è e resta il simbolo assoluto del sistema che anche come docenti vogliamo modificare per ottenere giustizia climatica e ambientale e combattere l’ecocidio”.