Il Patto dei Sindaci: adesione all’italiana?
Il Patto dei Sindaci o Covenant of Mayors è stato lanciato dalla Commissione Europea nel 2008 a seguito dell’adozione del cosiddetto pacchetto clima-energia che fissa i seguenti obiettivi europei da conseguire entro il 2020:
-
- riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990;
- consumo dell’energia derivante da fonti rinnovabili del 20%;
- riduzione del 20% dell’energia consumata attraverso un miglioramento dell’efficienza energetica.
Con il Patto dei Sindaci, la Commissione Europea mira a coinvolgere le amministrazioni locali, incanalando
e azioni locali volte alla mitigazione dei cambiamenti climatici nella stessa direzione e con lo stessa intensità di impegno. In pratica, i Comuni firmatari del Patto, attraverso un’adesione volontaria, si impegnano a portare avanti una politica di mitigazione dei cambiamenti climatici finalizzata al conseguimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni di almeno il 20% entro il 2020.
Prima tappa di questo percorso è l’adesione formale al Patto, avallata da una delibera Comunale. Poi entro l’anno successivo da questa adesione, i Comuni firmatari si impegnano a sottoporre alla Commissione Europea un inventario delle emissioni (o BEI, Baseline Emission Inventory) e il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES). Tappe successive saranno il rapporto di monitoraggio sull’implementazione delle misure, da effettuare ogni due anni, e un inventario delle emissioni da ricalcolare almeno ogni quattro anni.
Come si evince dalla mappa dei firmatari ci sono state molte adesioni sia in Italia che in Spagna. In totale l’adesione, in aggiornamento quotidiano, ammonta a 3499 firmatari, di cui 1712 italiani, ripartiti come in tabella. Se cerchiamo però i dati riguardanti il rispetto dell’impegno principale di definire un PAES scopriamo che in totale, e fino ad oggi, sono stati definiti 1158, di cui 308 in Italia, ripartiti come in tabella.
Anno |
Firmatari |
PAES |
PAES/firmatari (%) entro l’anno successivo |
2008 |
17 |
1 |
|
2009 |
294 |
0 |
0.00 |
2010 |
798 |
26 |
8.84 |
2011 |
593 |
274 |
34.34 |
2012 |
10 |
5 |
0.84 |
Tot Italia |
1712 |
306 |
17.87 |
Tot Europa |
3499 |
1158 |
33.10 |
In pratica, vediamo che se per l’Europa il 33% dei firmatari dà riscontro all’adesione definendo un PAES, per l’Italia questa percentuale scende al 18%.
Inoltre se consideriamo in termini percentuali l’adesione italiana rispetto alla sottomissione del PAES alla Commissione, vediamo che anche se i Comuni italiani rappresentano il 49% circa dei firmatari europei, in realtà poi scendono al 26% circa di quelli che portano avanti l’impegno.
Ad esempio, notiamo un numero molto elevato di firmatari nella Regione Molise, ben 71 Comuni. In pratica quasi tutti i Comuni della Provincia di Campobasso, dietro il coordinamento della Provincia e della Regione che operano attraverso ALI Comuni Molisani. Però poi, cercando a campione i corrispondenti PAES, non abbiamo riscontrato Comuni molisani che siano riusciti a sottoporre il Piano alla Commissione nei tempi indicati dal Patto (entro l’anno successivo alla sottoscrizione). Speriamo che si tratti solo di una questione di tempistiche, tuttavia la discrepanza tra il numero dei firmatari e il numero dei PAES, così come la diversa distribuzione territoriale dei firmatari, seppur in altri Paesi la sensibilità agli impatti ambientali di natura antropogenica sia più alta, ci fa pensare che i Comuni italiani aderenti abbiano sottovaluto l’impegno richiesto dal Patto al momento della sottoscrizione, o si siano trovati nella difficoltà di trovare adeguate risorse umane ed economiche per definire ed implementare delle misure di azione funzionali al raggiungimento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni. Ci auguriamo, però, che non sia stata la politica locale ad andare nella direzione del Patto per motivi strumentali, di immagine o di leggerezza, senza un’opportuna valutazione preliminare e il dovuto coinvolgimento degli stakeholder.
Aspettiamo nella speranza che i molti firmatari italiani inadempienti si ravvedano e diano seguito agli impegni volontariamente assunti definendo i loro Piani di azione per l’energia sostenibile.