Sette milioni di morti inaccettabili – il rapporto tra salute e cambiamento climatico
di Silvia Valentini
E’ stato presentato qui a COP24 l’atteso rapporto speciale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) su salute e cambiamento climatico. Un rapporto che si propone di indagare le connessioni tra riscaldamento globale e salute commissionato dal Primo Ministro delle Fiji Frank Bainimarama durante la scorsa Conferenza delle Parti a Bonn. Personalità di alto livello quali lo High Level Climate Champion di COP23 Inia Seruiratu, il vice Segretario Esecutivo dell’UNFCCC Ovais Sarmad ed il Presidente di COP24 Michal Kurtyka hanno presenziato l’evento, sottolineando come la pubblicazione del rapporto OMS arrivi nel momento più appropriato per complementare quella del celebre rapporto speciale dell’IPCC sul riscaldamento globale di 1.5°C, concorrendo a rafforzare le evidenze scientifiche a sostegno della necessità dell’azione climatica.
Quello della salvaguardia della salute dalle minacce poste dal cambiamento climatico è un tema a cui, come hanno ricordato i diversi relatori dell’evento, si fa esplicito riferimento sia nell’Accordo Quadro del 1992 che nel preambolo dell’Accordo di Parigi, ma che sembra sempre essere stato relegato sullo sfondo del dibattito sul clima, rispetto agli temi che lo hanno dominato. Per questo motivo, il rapporto speciale dell’OMS rappresenta un’importante opportunità per riportare il legame fra salute e clima al centro dell’attenzione e per rilanciare la necessità di politiche climatiche più rapide e ambiziose, a protezione sia della nostra salute che di quella del pianeta.
Il titolo dell’evento durante il quale il rapporto speciale è stato presentato – Sette milioni di morti inaccettabili – si riferisce al dato OMS secondo cui sette milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’inquinamento dell’aria, prodotto dalle stesse emissioni responsabili del cambiamento climatico. Morti senz’altro evitabili, e per le quali le soluzioni individuate sono le stesse al tavolo dei negoziatori in questi giorni. L’OMS propone dunque una serie di raccomandazioni per i decisori politici, partendo in primo luogo dal considerare le implicazioni sulla salute, in termini di danni o benefici, nel momento della pianificazione delle politiche climatiche, e dall’includere sistematicamente il tema della salute nel Paris Rulebook, nelle Nationally Determined Contributions (NDCs), ed in tutte le comunicazioni che i paesi sono tenuti a presentare presso l’UNFCCC nell’ambito degli accordi. Inoltre, si identifica la necessità di rimuovere le barriere esistenti agli investimenti per l’adattamento dei sistemi sanitari, ed di monitorare e relazionare all’UNFCCC e all’OMS i benefici sulla salute derivanti dalle azioni di mitigazione ed adattamento intraprese dai Paesi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità si rivolge poi nelle sue raccomandazioni alle autorità locali, mettendo in luce la capacità delle loro politiche di ridurre emissioni, incrementare resilienza e al contempo promuovere la salute, ed invitandole perciò ad agire, senza attendere l’iniziativa dei governi nazionali. Elemento estremamente interessante, il rapporto lancia infine un appello all’intera comunità medica perché si mobiliti a sostegno delle politiche climatiche, mostrando la stretta relazione fra i rischi ambientali e quelli della salute. Appello ribadito più volte dai vari relatori presenti all’evento, che hanno evidenziato come la fiducia e credibilità attribuita in tutto il mondo alla comunità medica la ponga in una posizione privilegiata per poter esercitare questo ruolo.
Non abbiamo ancora elementi sufficienti per stabilire se la pubblicazione del rapporto speciale dell’OMS potrà avere o meno un impatto concreto sui negoziati qui in corso a Katowice. Ciò che è certo, è che le politiche di contrasto ai cambiamenti climatici devono necessariamente andare di pari passo con quelle finalizzate alla tutela della salute umana, e che sarebbe auspicabile che il Paris Rulebook facesse esplicito riferimento al tema, già presente nel preambolo dello stesso Accordo. Considerare l’impatto sulla salute all’interno dibattito sul clima potrebbe costituire senz’altro un elemento in grado di dare maggior slancio e vigore all’azione climatica. Solo al termine della prossima settimana, però, avremo modo di verificare quanto e come questo tema di fondamentale rilevanza sarà incorporato nelle nuove regole di implementazione del Paris Agreement.