Verso la COP21 di Parigi: Donne e Technology Access
di Chiara Soletti
Nell’ambito dei temi presenti nella bozza di testo negoziale, alla COP21 di Parigi si parlerà dell’importanza dell’accesso alle risorse tecnologiche, che possono rappresentare un valido strumento per la legittimazione delle donne e la lotta al cambiamento climatico.
Il Benin, come la maggior parte dei paesi dell’Africa, affronta ogni anno una lunga stagione secca che espone una consistente parte della popolazione al rischio della denutrizione. L’acqua è presente nel territorio, ma principalmente in falde acquifere sotterranee. Accedere a queste risorse idriche richiede dunque sistemi di pompaggio, ma l’elettricità, che è la fonte di energia più frequentemente usata per alimentarne i motori, raggiunge solo una minima parte delle zone rurali. Questo è lo scenario d’intervento della Solar Electric Light Fund (SELF), un’associazione no profit americana che ha avviato nel 2006 un piano per elettrificare il distretto di Kalalé grazie al ricorso dell’energia solare.
Grazie alla fornitura di pannelli fotovoltaici le comunità locali hanno potuto avere accesso a una fonte energetica a basso impatto ambientale per una grande varietà d’impieghi, a partire dalla produzione agroalimentare, attività assolutamente prioritaria nelle regioni a rischio di desertificazione. I cooperanti della SELF hanno potuto verificare l’efficacia di un approccio di genere, coinvolgendo le donne, responsabili in modo pressoché esclusivo della filiera alimentare, nell’elaborazione di un piano d’intervento che tenesse conto della loro quotidiana esperienza nei campi e nelle case. Nel 2007 l’organizzazione ha così realizzato il Solar Market Garden (SMG), un sistema di pompaggio e distribuzione dell’acqua a scopo irriguo, messo a punto grazie alle determinanti osservazioni della componente femminile della comunità.
Promuovere tecnologie adeguate al territorio è cruciale perché i paesi in via di sviluppo possano sperimentare un cammino di crescita economica e sociale senza trascurare la protezione dell’ambiente. Alla COP21 di Parigi si discuterà del modo per rendere accessibili queste tecnologie attraverso finanziamenti internazionali e piani d’azione concertati con i paesi che ne beneficeranno. Il punto che rischia di essere trascurato, tuttavia, è ancora una volta la considerazione della prospettiva di genere. Una delle tante discriminazioni che le donne subiscono nelle nazioni sottosviluppate, infatti, è proprio la loro preconcetta esclusione dal processo di innovazione tecnologica. L’esperienza ha dimostrato che il successo di un intervento umanitario dipende anche da questo e l’aspettativa è che la Conferenza delle Parti di Parigi possa fare un significativo passo avanti anche su questo particolare fronte dei diritti di genere.
Il Solar Market Garden ne è un esempio. Il sistema è stato installato nel villaggi di Dunkassa e Besassi. Le donne di queste comunità hanno formato dei collettivi agricoli per la conduzione degli orti e la gestione del sistema irriguo. A seguito di questa innovazione in entrambi i villaggi la produzione ortofrutticola ha raggiunto livelli tali da superare l’emergenza alimentare. Il Solar Market Garden ha inoltre aiutato le donne in altri aspetti del loro quotidiano. In primo luogo, riducendo l’impegno di tempo e la fatica fisica in modo da consentire anche lo svolgimento di altre attività, a partire dalla vendita delle eccedenze. In secondo luogo, svincolandole all’occorrenza dalle incombenze agricole: il sistema, infatti, ha un’autonomia operativa di tre giorni, durante i quali le donne possono dedicarsi ad attività saltuarie con benefici personali e comunitari. I risultati non hanno tardato a manifestarsi: dal ritorno a scuola dei figli di famiglie che non potevano più permettersi tale spesa all’accesso a cure sanitarie fuori dalla portata delle economie più modeste, e perfino l’avviamento di quelle attività imprenditoriali che, per quanto semplici, segnano l’inizio di un effettivo progresso sociale.
Nella scia di questi primi successi il Solar Electric Fund ha esteso ad altre zone del Benin l’installazione di sistemi a energia solare per lo sviluppo delle comunità rurali con un’azione che è in corso tutt’ora. Il Solar Market Garden in particolare è stato riproposto come modello di sviluppo e di rafforzamento del ruolo femminile con risultati tanto positivi da suggerire la possibilità di esportare questo approccio ‘gender sensitive’ in altre parti del mondo.